Se conosci almeno un fotografo professionista ti sarai accorta di una cosa: sono fissati con la loro macchina fotografica e LA TECNICA.
Aaaaaah la tecnica, tutti ce l’hanno con sta benedetta tecnica.
Per carità, non sono qui a dire che la tecnica non serve, che le foto si fanno a sentimento, che basta una buona macchina fotografica per fare foto belle e così via. Al contrario voglio dire che la tecnica si può imparare e migliorare, l’empatia invece no. Quella ce l’hai per natura oppure no.
Quello del fotografo maternity o new born è un lavoro che richiede estrema comprensione, empatia e delicatezza. Non siamo fotografi “d’ufficio” che scattano random fototessere per il passaporto a gente imbronciata a cui puntualmente non piace il risultato finale.
Siamo fotografi di ricordi unici per ogni donna e famiglia. Abbiamo a che fare con donne al termine della gravidanza, con bambini (e genitori) di appena poche settimane di vita e dobbiamo saperci relazionare con loro rispettandone tempi e modalità.
Il giusto equilibrio tra tecnica, creatività ed empatia
I fotografi fanno sempre a gara a chi ce l’ha più lungo (l’obiettivo). La macchina figa, l’obiettivo nuovo, il flash che riproduce la luce divina, insomma fanno continuamente a gara a chi ha il dispositivo più nuovo e costoso in commercio. E poi?
Quando devono scattare le foto si fermano a fare due chiacchiere con i genitori? Li aiutano a calmare il bambino se piange? Mettono a loro agio le ragazze incinte che si presentano da loro in studio? Comprendono la loro timidezza?
Per scattare foto maternity e new born all’altezza delle aspettative dei genitori il fotografo deve trovare il giusto equilibrio tra:
- tecnica: insomma sì, deve saper scattare bene e la macchinetta nuova può servire
- creatività: non facciamo fare a tutte le stesse pose imbalsamate, capiamo l’attitudine della persona che abbiamo davanti a noi e proponiamole solo ciò che riteniamo più adatto a lei
- empatia: senza questa possiamo andare tutti a fare le fototessere che è meglio.